Terzo maggio. Ancora buon viaggio.
Era tanto tempo che non mi svegliavo con in corpo l’emozione del bambino prima della partenza. Quando già assapori, dalla sera prima, il sole, l’erba, il pallone (questi non c’erano); la macchina fumante a ciminiera, la sosta all’autogrill, la musica, il vino e gli spiedini (questi sì).
Anche se il poco sonno per l’alzataccia alle dieci – premiato dalla partenza col solito ritardoromanodidueoreemezza – rendeva tutto un po’ ovattato. Tutto tranne la voglia di partire e lasciarsi alle spalle lo sciame sangiovanniano che invadeva il centro di Roma, ignaro delle scomuniche papali del giorno dopo.
Non pensavamo certo a Paolo Rossi, la Gerini, i sindacati e i santi quando abbiamo lasciato la Prenestina. Tutte le energie mentali erano destinate alla scelta del cd dell’andata (rigorosamente festaiolo) e all’accento dei domestici della Parietti (rigorosamente asiatici).
Ci aspettava al varco del casello di Ceprano la pioggia, le bestemmie e il frate francescano scalzo con la cordicella apotropaica, che chiedeva tassa aggiuntiva al pedaggio del signor Benetton. “Frate, fai smettere la pioggia!” grida qualche devoto toccando la corda. Elio risponde dalle casse con un “tripudio di miccette”, facendo esplodere in cielo governi e matusa componendo scritte blasfeme. E il frate, si sa, punisce subito. Chiama dal centralino del casello – a spese di Benetton - e ci fa mandare fornitura di pioggia fino alle sette di sera.
Ma i giovani lenolesi, si sa anche questo, al Signore gli fanno la pernacchia. In amicizia, s’intende. E sparano musica (impavidi ripropongono Elio) dal balcone della Rava – l’ammasso di pietre sul quale sorge il paese – convocano un potente service audio, lo riconvocano ancora, alla terza lo vanno a prendere fingendosi assessori, gli svuotano il camion, montano il palco, lo coprono, poi lo rismontano e rimontano ancora. Sotto il portico, sbolognando gli incalliti della scopetta, proprio quando fermi sul punteggio di 419 a 416, mancavano ancora da calare settebello e re a denari. Per farli star buoni, gli riempivano tre volte la coppa del vincitore con sostanze etiliche, e questi continuavano a dire che la coppa era bucata.
Il Presidente intanto dava fuoco alle braci – con l’aiutante seppellito dai lapilli – e tutto sfrigolava, le patatine, le crepes, le padelle, gli oli, gli spiedini e i sughi e la spina che distribuiva generosa ettolitri di bionda allegria. La vigna del papà del buon Pi.Gi. faceva il resto.
La pioggia concedeva alcune tregue, altalenante, e la piazza si svuotava e riempiva più volte, come un cuore pulsante, al battito della cassa, facendo rifluire nell’aria le note che arrivavano alle orecchie di vecchine, famiglie, bambini, ragazzi, delle case del borgo pacificamente invaso, delle case fuori e – chi non l’ha provato? – allietavano gli avventori del cesso del bar “ai Franconi” dalla finestrella. C’è chi ha visto anche Padre Pio, affacciato dalla piana che dà sull’Abruzzo, approvare con un pacioso sorriso di assenso.
Passava ad un tratto anche un personaggio famoso di Lenola, molti l’hanno riconosciuto, quando il suo nero mercedes ha attraversato serio la folla di Piazza Cavour. Noi forestieri no, non avendo avuto modo di conoscerlo. Dunque facevamo l’inchino di commiato e alzavamo il calice, rimandando il tutto alla prossima occasione.
Qualcuno dal palco chiedeva come c*##o andava là fuori, Lenola rispondeva sorniona come suo solito, pronta dopo Cuffaro e la Parietti ad immergersi in un’atmosfera serale che dava al corpo pace e calore umano. I toni dei canti e degli strumenti allora si facevano più viscerali, spuntavano dalla Rava loro, e si sposavano ai colonnati, ai muri costruiti con fatica sulla Rava, e scivolavano sicuri sulla pelle di chi in quella terra c’è nato.
Questo coinvolgimento aiutava a rendere più lieve il distacco del gruppo romano da quell’aria gioiosa, di festa, che acquietava gli animi e al tempo stesso, al grido del brigante, sottolineava l’importanza del contatto tra le persone per affrontare le situazioni che ogni giorno ci impone la vita. Che ci fa perdere un amico, un fratello. Un Hermano. Che ce lo fa ricordare nel migliore dei modi, spargendo la sua presenza in ogni mattone, ogni pietra. Ogni cuore. Senza che nessuno lo veda, senza fantomatiche apparizioni.
Tutti più o meno consapevolmente in quella piazza, il primo di Maggio del 2007, l’abbiamo avvertito. Molto difficilmente, potremo dimenticarlo. E forse un giorno lo incontreremo di nuovo, lungo la nostra strada.
17 commenti:
Personalmente ragazzi, non so a voi che effetto abbia fatto leggere queste parole, ma a me le lacrime sono scese!
Ringrazio Riccardo per la lettera, sperando di rivedere tutti in un prossimo futuro.
Baci
complimenti per la manifestazione..peccato per il tempo ma.......va bene così....continuate Hermanos!!!!
a presto
Con un pizzico di vergogna confesso che ancora adesso continuano a scendere sulle mie quarantenni gote lacrime di emozione.
Questa lettera racconta più di ogni altra cosa cos'è stata la giornata del primo maggio in piazza...
grazie di cuore ragazzi.
Queste parole toccano le corde più profonde. L'emozione gonfia gli occhi di lacrime. Sono istantanee scattate da un amico che sembra conoscerci da una vita. Sono tesori da condividere con tutto l'Hermano.
Queste parole toccano le corde più profonde. L'emozione gonfia gli occhi di lacrime. Sono istantanee scattate da un amico che sembra conoscerci da una vita. Sono tesori da condividere con tutto l'Hermano.
Avviso ai naviganti:
la foto di Lenola che vedete all'inizio del post è stata pubblicata riflessa orizzontalmente (a destra porta giù san Rocco e a sinistra verso Vallecorsa).
State tranquilli quindi.
Siete sobri...
l'effetto della sbornia vi è passato da un pezzo.
Condividere queste emozioni con tutti voi è una cosa bellissima.
Il groppo alla gola che ho è dovuto alla fierezza per essere stato parte di questa alchimia di sensazioni, di musiche e semplici sguardi.
L'altro ieri quegli archi hanno assistito all'ennesima battaglia.
Stavolta perà una battaglia speciale dove le chitarre erano lance, i microfoni cannoni arroventati, la brace catapulta, le patatine unti dardi avvelenati e la birra polvere da sparo per le schioppette.
Ognuno, l'altro ieri, ha scelto la propria arma e ha combattuto a fianco di un'armata tanto compatta da sembrare un unico terribile Brigante.
Scendiamo in strada ancora, abbandoniamo la macchia.
Altre parole non escono, ma solo tanta emozione.
Un grazie a tutti quelli che sono venuti, grazie.
E un grazie sempre al "motore" che oggi non ce più ma e sempre nei miei, nostri cuori.
Grazie a riccardo per l'emozione delle sue parole.
in quelle parole un concentrato di mille momenti vissuti per sempre in quel giorno,
il più bel grazie per voi che organizzate.
ragazzi oltre a farvi i miei complimenti per quello che avete organizzato (anche se nn c'ero) volevo chiedervi una cosa. Quando lo fate uno spazio myspace?
Dai, cosi è più facile venire a conoscenza delle attività e nn si resta confinati sul blog.
Cià!!
W.
I puru so cuntentissimo d' come à ita......... Mi complimento con tutti voi x l'ottimo lavoro prestato... ma permettetemi di dirlo ho venduto tanti spiedini e tanta zauzicchia quindi uno speciale ringraziamento a coloro che l'hanno acquistata e mangiata con appetito!!!!!!! A presto...
Complimenti per il 1 Maggio.
Non credo sia importante chi mancasse, tantomeno dove invece abbia scelto di stare e cosa fare.
Ho visto cose veramente squallide accadere in questo paese e rattristarmi per l'enorme parecipazione che raccoglievano.
In cu.. alla maggioranza HERMANI.
Stefano (Briganti di frontiera)
Alcune cose non serve nemmeno commentarle....
Una sola parola : continuate !!!
non voglio fare nessuna polemica,però mi viene da dire: ma una persona è libera di fare quello che vuole il primo maggio e in qualsiasi altra occasione? o devono aderire a ogni iniziativa perchè altrimenti è considerato male da voi? io non sono venuta il primo maggio ma non perchè sono contro l'associazione.mi infastidisce il colpevolizzare a tutti i costi coloro che non partecipano alle vostre iniziative..!!!
Hai ragione anonimo, sono d'accordo con te!
Ma scusate, oltre al fatto che avete ruotato la foto di Lenola l'avrete mica anche sostiutita con un altro paese?.
No pecchè cu Vix ne stamu a m'bazzi, s truvam la piazza perdemu la scalinata, s truvamu deret l muta n'arrivamo ne basciu Santu roccu i neè fori i francuni, s truvamu ju parcheggiu, calamu dalla lapa i n truvamu p la salita d n'goppa la matonna, i la lapa s ferm n'cila fa...
da morgank: pigi, ilario, mi mandate le foto del primo maggio please? troppo belle... mandatele a morgank@inwind.it thanks! s
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