mercoledì 28 novembre 2007

Geme(Vi)llaggio

Anche se leggermente in ritardo pubblichiamo l'appuntamento-gemellaggio tra il caro Salvatore (Salvo) e il nostro Brigante Vix nella rubrica il sabato del villaggio sul sito di www.siciliantagonista.com .

DONNE IN PIAZZA, DONNE IN SOCIETA’

In piazza per manifestare, in strada per dire non ad una situazione che sappiamo esistere, ma contro cui abbiamo fatto ben poco fino ad adesso: le donne italiane si sono incontrate a Roma e non solo, lo scorso sabato, per ribellarsi alla violenza che le vede vittime dentro e fuori le nostre abitazioni del Bel Paese. Un corteo che canta e lancia slogan, che cerca di fare il punto su una situazione preoccupante, quella degli oltre sei milioni di donne che subiscono violenza e abusi, e che anche nella vita i tutti i giorni sono costrette alle vessazioni di una società innegabilmente maschilista.

Parallelamente ai dati di cui si sono serviti i gruppi femministi di sabato per denunciare la situazione, mi sento in dovere di rimandare i lettori del blog ad un sito che contiene altre informazioni, sotto forma di dati e racconti: si tratta dello spazio web dell’ “Associazione Italiana delle Donne per lo Sviluppo”, l’A.I.DO.S. . Dalla lettura di queste pagine, vengono fuori dati che obbligano alla riflessione, e si tratta di un pensiero che valica i confini del tricolore e si appoggia sulle devastanti realtà dei paesi in via di sviluppo.

Come si fa a rimanere indifferenti al fatto che, nel mondo, 130 milioni di donne abbiano subito mutilazioni agli organi genitali, o che quasi 600 mila donne, ogni anno, perdono la vita per cause legate al parto? Manca l’istruzione, manca l’assistenza medica basilare e manca il rispetto di genere.

Manca un intervento congiunto delle nazioni per capire che fine hanno fatto i 60 milioni di donne che mancano dalle statistiche per colpa degli aborti selettivi.

Chiaramente, il problema è globale, e l’accento sta sulle società che praticano una discriminazione forte nei confronti del sesso femminile; ma anche nei paesi che abitiamo, i cosiddetti “paesi civili ed evoluti”, la condizione femminile è soggetta a pesanti disparità di trattamento: secondo i dati pubblicati pochi giorni fa dall’I.S.F.O.L., riguardanti il rapporto fra donne e possibilità lavorative in Italia, solo il 47% delle donne risulta avere una occupazione, contro il 70% degli uomini. Anche dal punto di vista dei salari, in media è stato calcolato che le donne si ritrovano al di sotto dei colleghi con una media del 25%, spesso e volentieri anche a parità di condizioni contrattuali e di inquadramento.

Come mai si verificano queste differenze? Dove sta la tanto decantata parità? Ricordiamo che siamo in un paese dove il Governo è stato costretto, solo poco tempo fa, ad inserire le cosiddette “quote rosa” nei vari ambiti occupazionali, istituzionali e politici: è la conferma di un totale, negli anni passati, disinteresse nei confronti delle donne, del loro mondo e delle loro esigenze.

I pochi dati citati in questa mia analisi, e tutte le situazioni che vediamo ogni giorno con i nostri occhi, dovrebbero farci riflettere sulle condizioni di disparità in cui versa la società di cui facciamo parte. In piazza con quelle donne, allora, dovevamo esserci anche noi, se davvero crediamo nella parità e nel rispetto delle differenze. Uomini e donne non sono uguali per natura, questo è chiaro, ma a livello sociale (e quindi nel lavoro, nella politica, nell’accesso alle possibilità, nella vita insomma) fanno parte dello stesso contesto e meritano la stessa attenzione.

Salvatore Zuccarello

Riferimenti web: http://www.aidos.it/

http://www.donne.vitedasalvare.aidos.it/

domenica 25 novembre 2007

pOlliTik

Finalmente a Lenola piove, l’estate asciutta si è trattenuta a lungo e ci ha lasciato un po’ d’amaro in bocca. Il Natale ci scalda il cuore all’idea del suo arrivo. L’H.Q. si mette a tenere a bada i propri lettori, i blog istituzionali improvvisano una più o meno interessante pratica virtuale della cosa pubblica, il Miracolle aggiudicato, l’MP Group stimola le Associazioni…

pOlliTik!

Esporre i propri punti di vista spesso rimane una faccenda difficile se non pure faticosa. Quando si scambiano opinioni su questioni pubbliche mi rammarica constatare che il risultato non è sempre troppo felice: si è più inclini a difendere un ideale a qualunque costo piuttosto che soppesarlo, relazionarlo ai fatti, criticarlo. Per questo a me non piace considerarmi di sinistra o di destra. Schierarsi equivale ad essere acritici verso la realtà, ovvero assecondare gli interessi di chi detiene il potere imboccando cucchiai caldi quando arrivano i Brodoni!

Ho la sensazione che il nocciolo dei problemi che si discutono sia inarrivabile, semplicemente perché sono privi di un centro di forza d'attrazione, cioè di un concreto collegamento con quanto quotidianamente viviamo; si finisce per girare vorticosamente attorno alle problematiche, ma ciò che rimane è solo la convinzione di averci provato.

E poi. Come una tempesta magnetica i flussi di notizie ci bombardano 24 ore su 24 fino ad escludersi a vicenda in una Babele di aggiornamenti su tutto e il contrario di tutto. Io fruitore dovrei farmi una idea di cosa sia giusto o meno, dovrei sentirmi parte attiva, ma ciò che a stento mi riesce è svegliarmi sorridendo e starci dentro, si starci dentro a questa vita!

Pierrot


giovedì 22 novembre 2007

Per le vostre serate Romane


A Roma c`è un ristorante-pizzeria: la Locanda dei Girasoli.
E` nato dalla volontà di alcuni genitori di ragazzi con la sindrome di Down per dare una prospettiva lavorativa ai loro figli Claudio,Valerio, Emanuela e Viviana che già oggi ci lavorano come camerieri.
Purtroppo non è in una via molto frequentata di Roma (in zona Quadraro) ed è molto difficile farlo conoscere, questo sta portando la locanda in una difficile situazione economica.

Approfittiamo del nostro spazio, letto da molti lenolesi "immigrati" nella capitale, per invitare tutti a gustare una pizza, la loro cortesia e aiutare la locanda.

Qui sotto trovate il sito del locale:
La locanda dei Girasoli

domenica 18 novembre 2007

Omaggio

Mentre diamo in cambio le nostre Cristine per un litro di oro nero

mentre ruggire a duecento è divenuto il nostro credo

Mentre correva l’anno in cui sono nato

un uomo si agitava sul palcoscenico

con una pompa di benzina in mano

M’incazzo

volo appresso all’ambo

spendo, spando e smercio l’anima

che tanto in paradiso “poi” me la pagano

Tutto uguale ai nostri giorni

conforme per i signori

persino ai numeri hanno tolto i meriti

non si ama la misura

qui si usura

Non c’è 100 – 10 o 2 che tenga

no, ne basta 1 e poi si nega

e come lo è Ridge un mito lo diventa così anche Rino

E pensa caro amico

dobbiamo anche ringraziarli

almeno la gente avrà una ragione per cantarti

Ma conoscerti non è abbastanza

comprenderti non basta

la tua poesia ha bisogno di ali

perché porti il cielo in una stanza

Non c’è nessuno che ti abbraccia

abbiamo perso in partenza

Rino

prima che cada l’oblio

dacci ancora una ragione per evitare questa finzione

Rino dal cielo

Ti prego

Un altro motivo.


PIERROT



giovedì 15 novembre 2007

E l'ONU giustizia la condanna a morte



Mark Dean Schwab, sente i rintocchi di passi lenti attraversare il lungo corridoio di linoleum giallo che ricoprono il pavimento del braccio della morte della Florida State Prison, proprio nello stesso istante in cui a 981 miglia da lì, verso nord, in un palazzo alto sul lato est dell'isola di Manhattan, 184 persone provenienti tutte da paesi diversi premono pulsanti su banchi di legno scuro, forse Tek, o forse castagno.

Mark Dean Schwab sa che quello che sta vivendo è l'ultimo suo giorno di vita e quelli che sente sono i passi dei secondini che, nel giro di un'ora, solo dopo l'estrema unzione e la confessione, lo condurranno in una camera bianca in mezzo alla quale è posto un letto, con sopra cinghie di vero cuoio, e di fronte un finto specchio, dall'altra parte del quale c'è una platea, di gente, che, avida, attende la sua morte.

Mark Dean Schwab non sa che l'altra platea, quella dei 184, in nello stesso istante, dopo una giornata di emendamenti e contro emendamenti, ha finito di votare.

Mark Dean Schwab sa che la sua morte avverrà nel giro di un ora, mentre lui è addormentato da un sedativo, per causa di un potente veleno autorizzato dalla legge.
Legge che Mark Dean Schwab ha infranto il 18 aprile 1991 quando ha rapito e ucciso una bambina di 11 anni.
Il suo nome era Junny Rios-Martinez.

Mark Dean Schwab non sa, che proprio in questo momento una telecamera sta inquadrando un tabellone luminoso dove sono disposte tante lucine a semicerchio.

Mark Dean Schwab non sa, che quelle lucine sono per la maggiorparte verdi, e che la contro platea, del contro tribunale, del contro processo alla condanna a morte, ha dichiarato che la stessa condanna di morte è rea di omicidio volontario aggravato plurimo e reiterato ( fin dall'alba dell'umanità ) e va per questo motivo, giustiziata. Subito.

Mark Dean Schwab non sa che mentre delle chiavi aprono la sua cella, un telefono squilla, dall'altro capo della prigione. E' la corte federale di Washington, la sua condanna a morte è sospesa.

Mark Dean Schwab non sa che cosa vuol dire moratoria eppure è stato colui che ha visto con i propri occhi eseguire la condanna della condanna.

Se vuoi sapernde di più... RaiNews24 o ANSA
Wikipedia su Mark Dean Schwab

domenica 11 novembre 2007

Da UnA sTaNzA aLl'AlTrA

Continua lo scambio di esperienze tra il blog dell'Associazione Hermano querido e il sito siciliantagonista.org, nell'ambito della rubrica il sab(b)ato del villaggio, nella quale per quattro puntate il Brigante Vix racconta l'esperienza nella terra zapatista.


Compito a casa


Titolo: Le cose non si possono modificare. La gente resta sempre la stessa. Il mondo è un postaccio pieno di pericoli e non vale la pena mettersi in gioco per provare a cambiare lo status quo.

Svolgimento: Falso, tutto falso dalla prima all’ultima parola. Lo posso dimostrare con l’esperienza di www.siciliantagonista.org


Il titolo di quel tema è comodo, troppo comodo per essere vero. Che forse, Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno fatto quello per cui li conosciamo e ammiriamo per nulla? Non credo proprio, e lungi da me l’idea di accostarmi alla forza e al coraggio dei succitati, ma prevale sempre la voglia di non lasciare la realtà inalterata. Perché su questo dobbiamo essere d’accordo con il titolo: il mondo è davvero un postaccio pieno di pericoli. Visibili o meno.


Siciliantagonista.org nasce nel 2004, come portale di informazione alternativa. L’obiettivo è quello di raccontare gli eventi e le iniziative che non trovano spazio, per vari motivi, nei media a grande gettito di soldi e grande pubblico. Siamo partiti con le associazioni, quelle locali, per spiegare la loro realtà ed i loro problemi nel confronto con un ambiente difficile, alle volte ostile, troppo legato agli “schemi pantano” che bloccano fondi ed idee.


Ma le cose si possono cambiare: piano piano abbiamo attivato, grazie alla rete attivata attraverso internet, una serie di contatti ed iniziative che hanno movimentato molta gente e creato occasioni di condivisione sociale. Esempio: 2500 persone in piazza a manifestare contro le trivellazioni nel Val di Noto, 2500 contatti e moltissime associazioni hanno preso coscienza della situazione e sono scese in piazza lo scorso marzo.


Anche e soprattutto internet ci ha aiutato a creare partecipazione civile: grazie alla collaborazione con Malastrada Film e www.produzionidalbasso.com, è stato realizzato un documentario - “13 variazioni su un tema barocco: ballata ai petrolieri del Val di Noto” - prodotto dai lettori di siciliantagonista.org, svincolando in questa maniera una buona idea dagli inevitabili meccanismi di mercato e vendibilità.


Siamo nel 2007, adesso il sito è un punto di riferimento per tutta la Sicilia, abbiamo le esclusive per i grandi eventi culturali e musicali (come l’ultimo “Sikula Reggae Festival”) e arrivano proposte di collaborazione da tutte le province della Trinacria; non dimentichi delle “piccole” realtà, continuiamo a supportare con entusiasmo e professionalità tutte le associazioni e le iniziative che possono portare alla Sicilia un vento fresco di cambiamento. E non perché siamo bravi, ma perché abbiamo scelto di fare qualcosa per la nostra terra con umiltà e determinazione.


Non ci siamo mai legati a realtà politiche, - e non abbiamo intenzione di farlo - nonostante abbiamo apprezzato e sostenuto l’interesse delle istituzioni per il territorio e la lotta alla mafia (come il lavoro di Rita Borsellino o quello dei Verdi attivi nella provincia di Siracusa); dove è scritto che, per fare informazione, si debba essere iscritti o militanti di questa o quella bandiera? Noi lo abbiamo fatto, e continuiamo a farlo, con professionalità e correttezza, e riusciamo a raggiungere molte persone.


Il rapporto di stima e amicizia con “Hermano Querido” ci lega nell’ambito delle nuove realtà che sfruttano le tecnologie per creare ambiti di confronto e discussione aperta, dove la stessa cittadinanza che propone e cerca di attivarsi attraverso un uso consapevole e responsabile della parola, visto e considerato che siamo costretti a confrontarci con un sistema politico che si basa sulla chiacchiera unidirezionale, escludendo ogni risposta attiva o di dissenso.


Conclusione: il mondo non si cambia in un attimo, ogni rivoluzione ha bisogno di tempo, attivazione e partecipazione; non importa se si parte in 3 o 20 o 50, l’importante è creare una base conoscitiva ed una coscienza condivisa che guardi alla migliore maniera di risolvere i problemi delle varie realtà territoriali. Ed è anche una verità che non per forza bisogna passare dai canali della politica, gestiti da una gerontocrazia vergognosa e spessissimo compromessa.


Grazie dell’attenzione, come sempre aspetto i vostri commenti,


Salvatore Zuccarello

venerdì 9 novembre 2007

Distensione Sensoriale

The Piano



Yann Tiersen - Comptine D'un Autre EteL'apres Midi
in un corto di Aidan Gibbons

mercoledì 7 novembre 2007

FAVOLE

Ieri sera leggevo a Lorenzo una delle tre favole raccolte in uno splendido album
edito da Edizioni Di di Andrea Pazienza:
A che serve un Perepè?

Credo sia un pò quello che accade su questo blog
e quello che si legge attorno alla nostra Associazione.
Per questo ve ne riporto il testo...

Un giorno un cavallo, un perepè e una margherita giallo mare se ne andavano a spasso per il mondo.
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- ALT! - disse il Gran Maestro dei Grigi sbucando da un cespuglio
- LE MARGHERITE NON VANNO A SPASSO, LO SANNO TUTTI! QUINDI LA STORIA FINISCE QUA!
- No, la margherita la porto con me - disse il cavallo.
- Ciao - disse la margherita che era molto bene educata.
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E i tre continuarono la passeggiata, e il cavallo portava la margherita sulla groppa.
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- UN MOMENTO - disse nuovo il Gran Maestro dei Grigi .
- CHI HA MAI SENTITO PARLARE DI UNA MARGHERITA GIALLO MARE? IL MARE E' BLU! LO SANNO TUTTI, QUINDI LA FAVOLA FINISCE QUA!
- No, guarda, quando il sola tramonta, il mare ha tutti i colori! - disse il cavallo.
- BAH! - sospirò il Gran Maestro dei Grigi .
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E i tre continuarono a girare il mondo in lungo e in largo.
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- FERMI! - disse ancora il Gran Maestro dei Grigi che era proprio uno scocciatore.
- COME MAI TU CHE SEI UN CAVALLO PARLI, E QUESTA MARGHERITA MI HA DETTO CIAO? I CAVALLI E LE MARGHERITE NON PARLANO, LO SANNO TUTTI! QUINDI LA FAVOLA FINISCE QUA!
- Ma no! I cavalli parlano, solo che gli uomini non li capiscono. E la margheritina, anche lei parla, sennò come faceva a salutare? - rispose il cavallo.
- ? - silenziò confuso il Gran Maestro dei Grigi .
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E i tre continuarono la passeggiata ridendo e scherzando.
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- FERMI TUTTI - disse ancora una volta il Gran Maestro dei Grigi .
- E VA BENE IL CAVALLO PARLANTE, VA BENE LA MARGHERITA GIALLO MARE, MA UN PEREPE'? A CHE SERVE UN PEREPE'?
Allora il cavallo rispose:
- Serve, serve... perchè quando c'è uno scocciatore come te, lui salta e fa:
PEREPE'!! PEREPE'!!
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Clandestino