domenica 27 maggio 2007


Ma le cose sono sempre andate così?
No.
Studi archeologici, superamento dei limiti imposti al pensiero,
sensibilità e ricettività al ritmo della Terra aprono nuovi orizzonti.
Da Riane Eisler, autrice dei libri “Il Calice e la spada – La nascita del predominio maschile” & “Piacere Sacro”, ci arrivano importanti riflessioni:
Riane Eisle è una storica culturale americana, è riconosciuta internazionalmente per le sue pubblicazioni sull'antropologia, sui diritti umani, sulla pace e sul femminismo.
Questa intervista che segue con Riane Eisler esplora il suo punto di vista sulle donne, sugli uomini e sulle politiche della sessualità:

SCOTT: Come sei arrivata a vedere un collegamento tra sesso e spiritualità?
EISLER: Ho iniziato a vedere un collegamento nel modo in cui molti iniziano a vederlo: esperimentando. Oggi sappiamo, attraverso lo studio dell'evoluzione e del sistema nervoso (che è uno studio affascinante), che noi umani abbiamo delle ricompense chimiche non solo dovute all'essere amati ma anche dall'amare qualcuno, non solo dall'essere toccati piacevolmente ma anche dal toccare piacevolmente qualcuno, che sia amante o bambino questo contatto, in qualche modo, crea piacere. Allora ho pensato che molti di noi che hanno superato il concetto di sesso sporco e cattivo, e che i nostri corpi siano peccaminosi, sono in grado di avere quello che definisco "uno stato alterato di coscienza" nel sesso, come una specie di estasi. E lì ho trovato il collegamento; nel momento incredibilmente intenso che non riesci a descrivere in parole. Questo collegamento l'ho trovato anche studiando storia della sessualità e della spiritualità.
SCOTT: Il titolo del tuo libro Sacred Pleasure (piacere sacro) combina due concetti che messi insieme creano dei problemi a molte persone: "sacro" e "piacere."
EISLER: Si, siamo stati insegnati ad associare il sacro alla paura, e non al piacere. Le persone associano la spiritualità al timore di Dio, o alla punizione divina, o alle divinità Hindù che si tagliano a pezzettini a vicenda. Spesso la parola sacro viene associata all'infliggere o subire delle pene. Ma non è sempre stato così. Originariamente, il sacro veniva associato alla celebrazione della vita, con la natura e con il piacere. È da questo che nasce il titolo del mio libro.
SCOTT: Una delle cose che ti prefiggi di fare con il tuo lavoro è di dissipare alcuni miti molto diffusi sul sesso e sulla spiritualità.
EISLER: Si. Come ben sai, un mito nel senso scolastico è una storia che rappresenta delle verità sacre fondamentali, di quelle che la gente spesso da per scontato. Il fatto che molti miti si siano rivelati "illusioni" ci fa fare l'equazione mito = a falsità. Uso il termine mito in due sensi: in quello scolastico e come una storia venuta fuori dalla costruzione sociale dei rapporti tra gli esseri umani.
SCOTT: Allora in quel senso la storia di Adamo ed Eva, per esempio, rappresenta un mito.
EISLER: Si, molto sicuramente. Quello è un mito che offre delle piste affascinanti sulla corrispondenza tra archeologia, linguistica, storia dell'arte e studi del folclore, e sul lavoro di rimodellamento della cultura, così come la conosciamo. Ci aiuta a capire il cambiamento dalla società mutuale a quella che chiamo a modello dominatore. Guarda bene ciò che ci racconta quella storia. Ci parla di un tempo in cui donne e uomini vivevano in armonia gli uni con gli altri e con la natura. (Ho idealizzato molto, ma mi sembra tanto il ritratto di una società mutuale). Allora, circa 4 o 5 mila anni prima della nostra era, inizi a trovare indizi di forte tensione, di cambiamenti climatici e disastri naturali enormi, e orda dopo orda di invasioni di nomadi venuti dalle parti più inospitali del pianeta, portarono con sè un modo di vivere molto bellicoso, dominato da maschi molto forti. Improvvisamente la gente inizia a sentire vergogna dei propri corpi. Vergogna, paura, colpa, lo sappiamo tutti che sono strumenti di controllo sulla gente, no?! Contemporaneamente la donna viene sottomessa all'uomo. Tutto ciò viene riflesso nel mito di Adamo ed Eva. E chiaramente, la storia biblica successiva racconta di un fratello che uccide l'altro.
SCOTT: La cristianità ha qualcosa a che fare con il passaggio del corpo che viene associato al peccato, al dolore e alla violenza?
EISLER: Quell'idea è sicuramente diventata il pezzo forte della cristianità medievale. Ma se analizzi la cosiddetta cristianità primitiva e gli insegnamenti di Gesù trovi che viene data molta enfasi alla cura, alla non violenza e alla compassione. Lui ha perfino fermato la lapidazione di una donna, ha curato i malati e nutrito gli affamati - lavoro di donne, ok. Lui ha rappresentato in modo stereotipato i valori femminili. Solo più tardi la chiesa diventò autoritaria e rigidamente di dominio maschile. Le Crociate, l'Inquisizione, il rogo delle streghe, sono tutti capitoli della nostra storia che dobbiamo capire per quello che sono, e cioè, delle guerre che la Chiesa ha dichiarato contro le donne. Non era una semplice questione religiosa e non aveva niente a che fare con Gesù. È uno dei modi che il sistema dominatore ha trovato per distorcere l'immenso desiderio umano di crearsi legami, associandolo costantemente al dominio e alla violenza. Quello che colpisce è che fino ad oggi la Chiesa non condanna la violenza nei rapporti intimi, sia contro bambini, che contro donne o uomini, e non la colloca al centro dei propri insegnamenti. Questo è scioccante e altamente immorale.
SCOTT: L'altro modo in cui il collegamento tra sessualità e sacro può diventare perverso è attraverso il dominio e il controllo, più che il peccato.
EISLER: Si, lo vediamo bene nella pornografia, il legame del sesso con il dominio e la violenza. Non è naturale; fa parte della costruzione sociale della sessualità per i requisiti di questo modello sottosopra, di uomini sopra le donne, di uomini sopra gli uomini, di nazione sopra nazione, di razza sopra razza. Infine, questi livelli sono sostenuti dalla paura del dolore e della violenza.

L’intervista integrale è disponibile sulla rete cliccate qui per leggerla.

2 commenti:

Carmelo ha detto...

Ilario, ti faccio i complimenti.
Non so dove vai a pescare 'ste cose ma cogli sempre nel segno.
Per me il sesso è un tabu proprio perchè è associato a atti peccaminosi e "sporchi".
Se ci riflettiamo,però, il sesso è una cosa che tutto il mondo fa, è un istinto come il bere e il mangiare, ma nessuno si chiude in casa o se ne va in posti sperduti per mangiare un piatto di pasta!
In fondo, non c'è niente di più puro e tenero e umanamente comprensibile che scambiarsi simili sensazioni.
Allora la domanda mia è: perchè si continua a paragonare il sesso ad una cosa sporca, dov'è l'errore che compie la nostra società?

Anonimo ha detto...

Vedi caro Carmelo, se pensi che in 24 ore, se vuoi, puoi far avvertire ad un animale (prendiamo il cane per esempio) la sensazione di pericolo alla vista che so… di una pallina rossa, che puoi condizionarlo a tal punto da farlo intimorire alla sola vista di una pallina rossa che rotola, prova a immaginare come l’atteggiamento della Chiesa verso il sesso, abbia influenzato l’uomo nel corso dei secoli. Con questo non voglio dire che i fautori della Cristianità a suo tempo abbiano agito in mala fede, non sta a noi giudicarlo. Magari in quel periodo è stata una soluzione a dei disordini che si erano venuti a creare; magari le loro intenzioni erano quelle di porre fine ad una società di tipo gerarchico - dominatrice. Rimane il fatto che quel mito è ancora vivo. Quello che dovremmo valutare è, invece, se oggi alcune prese di posizione siano ancora valide, se effettivamente la Chiesa può raggiungere un ideale di organizzazione sociale, se la monogamia e la sacralità del matrimonio siano ancora perseguibili e degni di rispetto. La Chiesa a me sembra la prima a non riuscire a tenere testa alla situazione che si è venuta a creare. Il mondo sta cambiando velocemente, gli Stati Uniti non fanno altro che tamburellare continuamente su questioni quali sesso, guerra e libertà, l’Europa accanto a lei. Per quanto discutibile la loro politica mira al perseguimento della felicità, e puta caso si è andata a confrontare con una cultura diametralmente opposta, quella Musulmana. Di una cosa però possono andare fieri, l’immaginario di felicità di cui si fanno promotori lo hanno esplicitato e reso di dominio universale, perlomeno a tutte quelle nazioni che hanno facoltà di recepirlo. Ora sta all’uomo prendere parte alla storia, porsi con il proprio pensiero nel presente alla luce di quello che succede.
Nei secoli passati abbiamo subito senza conoscere,
oggi possiamo dire la nostra…
…sarà vero?

AGGUATO ALLA LUCE DEL SOLE
DUE MANI MI STRINGONO IL COLLO … CEDO ALLA GRAZIA DI LEI.