Geme(Vi)llaggio
Anche se leggermente in ritardo pubblichiamo l'appuntamento-gemellaggio tra il caro Salvatore (Salvo) e il nostro Brigante Vix nella rubrica il sabato del villaggio sul sito di www.siciliantagonista.com .
DONNE IN PIAZZA, DONNE IN SOCIETA’
In piazza per manifestare, in strada per dire non ad una situazione che sappiamo esistere, ma contro cui abbiamo fatto ben poco fino ad adesso: le donne italiane si sono incontrate a Roma e non solo, lo scorso sabato, per ribellarsi alla violenza che le vede vittime dentro e fuori le nostre abitazioni del Bel Paese. Un corteo che canta e lancia slogan, che cerca di fare il punto su una situazione preoccupante, quella degli oltre sei milioni di donne che subiscono violenza e abusi, e che anche nella vita i tutti i giorni sono costrette alle vessazioni di una società innegabilmente maschilista.
Parallelamente ai dati di cui si sono serviti i gruppi femministi di sabato per denunciare la situazione, mi sento in dovere di rimandare i lettori del blog ad un sito che contiene altre informazioni, sotto forma di dati e racconti: si tratta dello spazio web dell’ “Associazione Italiana delle Donne per lo Sviluppo”, l’A.I.DO.S. . Dalla lettura di queste pagine, vengono fuori dati che obbligano alla riflessione, e si tratta di un pensiero che valica i confini del tricolore e si appoggia sulle devastanti realtà dei paesi in via di sviluppo.
Come si fa a rimanere indifferenti al fatto che, nel mondo, 130 milioni di donne abbiano subito mutilazioni agli organi genitali, o che quasi 600 mila donne, ogni anno, perdono la vita per cause legate al parto? Manca l’istruzione, manca l’assistenza medica basilare e manca il rispetto di genere.
Manca un intervento congiunto delle nazioni per capire che fine hanno fatto i 60 milioni di donne che mancano dalle statistiche per colpa degli aborti selettivi.
Chiaramente, il problema è globale, e l’accento sta sulle società che praticano una discriminazione forte nei confronti del sesso femminile; ma anche nei paesi che abitiamo, i cosiddetti “paesi civili ed evoluti”, la condizione femminile è soggetta a pesanti disparità di trattamento: secondo i dati pubblicati pochi giorni fa dall’I.S.F.O.L., riguardanti il rapporto fra donne e possibilità lavorative in Italia, solo il 47% delle donne risulta avere una occupazione, contro il 70% degli uomini. Anche dal punto di vista dei salari, in media è stato calcolato che le donne si ritrovano al di sotto dei colleghi con una media del 25%, spesso e volentieri anche a parità di condizioni contrattuali e di inquadramento.
Come mai si verificano queste differenze? Dove sta la tanto decantata parità? Ricordiamo che siamo in un paese dove il Governo è stato costretto, solo poco tempo fa, ad inserire le cosiddette “quote rosa” nei vari ambiti occupazionali, istituzionali e politici: è la conferma di un totale, negli anni passati, disinteresse nei confronti delle donne, del loro mondo e delle loro esigenze.
I pochi dati citati in questa mia analisi, e tutte le situazioni che vediamo ogni giorno con i nostri occhi, dovrebbero farci riflettere sulle condizioni di disparità in cui versa la società di cui facciamo parte. In piazza con quelle donne, allora, dovevamo esserci anche noi, se davvero crediamo nella parità e nel rispetto delle differenze. Uomini e donne non sono uguali per natura, questo è chiaro, ma a livello sociale (e quindi nel lavoro, nella politica, nell’accesso alle possibilità, nella vita insomma) fanno parte dello stesso contesto e meritano la stessa attenzione.
Salvatore Zuccarello
Riferimenti web: http://www.aidos.it/