Anche il più distratto osservatore si sarà accorto che da un po’ di anni le donne provano un particolare, schiacciante piacere nel mostrare le proprie natiche, petto, schiena, gambe, caviglie, piedi, fino a raggiungere la travolgente, condivisa, trionfante esibizione della pancia fino all’inizio del pube, WOW! Esibizione che rappresenta il clou di quella ostentazione del proprio essere femmina, della propria capacità di provocare il maschio, senza peraltro concedersi con quella semplicità che noi uomini, gonzi, siamo persuasi a credere. Realizzato ciò, e affiancato al fatto che in alcuni paesi Arabi le donne non possono nemmeno uscire di casa, e che è scoppiata una guerra ideologica; io comincio a farmi delle serie domande e a cercare delle risposte.
Vi riporto a poche decine di anni fa in Occidente quando è scoppiata la rivoluzione diventata famosa con il nome di “Liberazione Femminile”. Il Femminismo ha predicato la liberazione della donna nell’epoca e nell’ambito delle culture illuminista, marxista, libertaria, la cultura dei propri diritti, la rivendicazione di un proprio potere. Il ragionamento nel subconscio della donna, in sostanza, penso sia stato questo: gli uomini da millenni hanno avuto la meglio su di noi grazie alla loro forza muscolare e alla loro mente raziocinante. Noi, ora, possiamo avere potere su di loro puntando sul loro punto debole, le loro non controllabili pulsioni sessuali; è qui! davanti al nostro sedere e alla nostra pancia, che il maschio deve piegarsi e implorare per averli. I risultati però non sono soddisfacenti, le donne tendono a diventare arroganti e ottuse; e dall’altro versante? Quale è l’effetto che hanno ottenuto sugli uomini? Si è prodotta una categoria di maschi timidi, deboli, sessuofobi, spaventati di fronte alle donne, tutti dediti allo sport, ai motori, ai computer, alla borsa e non a quel grande scopo primario e divino che è la vita. E dunque, quale futuro?
Ogni movimento di liberazione sembra debba attraversare due fasi. Nella prima il gruppo oppresso rivendicando i propri diritti, tende a far propri i modelli e i valori degli oppressori; in una seconda fase l’oppresso dovrebbe invece riscoprire la sua identità, i suoi specifici valori e metterli al servizio del bene comune. Il Femminismo ha attraversato la prima fase, ma sarà pronto per la seconda? La “differenza” riuscirà veramente e seriamente ad esprimersi?
Io sogno per le donne e per gli uomini della terra una gerarchia affettuosa, soft, un potere materno. Non un sesso contro l’altro, una classe contro l’altra, ma un mondo dove i più forti si mettano al servizio dei più deboli, dove servire liberamente sia un onore e comandare sia un poco vergognoso. Quindi se il Femminismo non vuole restare indietro, superato, come sembra possa accadere oggi, se vuole essere ancora un movimento di avanguardia, dovrebbe uscire rapidamente dal circolo vizioso in cui si è rintanato. Penso che i valori delle donne, e il proprio specifico apporto, in questi anni di crisi avranno un peso cruciale nella ricerca di una redenzione dell'anima.
Purtroppo però qualcosa mi inquieta: da che mondo è mondo, svegliare chi finge di dormire è sempre stato più critico che svegliare chi dorme davvero, figuratevi chi abusa di media-sonniferi!
Pierrot