una voce
Tanto è stato detto. Anche troppo.
Commenti a non finire si sono accatastati nelle menti virtuali di server sparsi per il globo, alcuni utili e tanti, troppi, inutili o fine a se stessi o addirittura cafoneschi.
L’Hermano querido ha finto di dormire in questo mese, stando però con un occhio aperto, a guardare, come, nel circo della politica, le formichine laboriose, e mutuamente odiantisi, della nostra Rava, abbiano portato la loro sete di potere alle urne elettorali. Anche quest’anno, purtroppo, siamo stati a guardare il porta a porta (quello paesano, però, non quello di Vespa) e il via vai dei vecchietti, presi e accompagnati in cabina, come a passaparola. Vizio che i vecchi nuovi e i nuovi vecchi sembrano non avere abbandonato. Per nulla.
Insomma, stando a guardare, dalle retrovie, cercando di scorgere il senso dei rapporti politici ravaioli, siamo stati zitti. Perché pensiamo che questo sia l’atteggiamento giusto di una associazione culturale. Non intervenire, in campagna elettorale, ci è sembrato doveroso nei confronti di chi ci legge e ci segue. Perché se è vero che le nostre attività sono spesso guidate da un accento politico e sociale spiccato, mai hanno appoggiato partiti o esponenti politici.
Il nostro ruolo è dialogare, sprigionare idee, proporre punti di vista, informare cittadini e internauti. Non è quello di accaparrarsi il potere. Con il potere potremmo solo confrontarci, addirittura lavorare assieme, ma solo nel rispetto delle autonomie reciproche. E dei reciproci punti di vista.
Crediamo che le parole vadano spese quando le acque sono calme. Urlare tra gli urli è il modo migliore per alimentare soltanto le confusioni. Confusioni che sono alla base di tante interpretazioni fallaci riguardo l’andamento delle cose politiche e dei bisogni sociali della Rava.
Se qualcosa è stato smosso, da questa associazione, ci fa piacere pensare che è stato fatto fuori dai tempi marci della corsa elettorale e soprattutto nel senso della riflessione e non nell’indicare a chi o per chi sia giusto o non giusto votare.
Il nostro sogno è far capire ai nostri lettori le dinamiche che portano alla politica, che creano il dialogo politico, non pilotare la delega che ogni elettore fa al proprio votato.
Ci piacerebbe intenderla così, la politica, come uno scambio di opinioni e di bisogni, in cui ogni cittadino sia padrone e, allo stesso tempo, supervisore della cosa pubblica.
Cosa pubblica che proprio perché di tutti, non può essere gestita solo da alcuni.
Un saluto ai lettori sempre numerosi nonostante l’inattività… cosa, questa, che ci riempie di gioia…
Associazione Hermano querido