Una volta, durante una delle nostre feste per il Chiapas, Pietro Ingrao ci chiese:
“Roberto, ma perché riuscite a costruire due scuole in mezzo la foresta lacandona, che si trova a 12 ore di volo da qui, ed invece non siete capaci di cambiare, anche poco, la vostra Lenola?”
Bella domanda, quella del presidente Ingrao, proprio una bella domanda. Come Roberto, anche noi Hermanos ci arrovelliamo il cervello da tempo, cercando di trovare il perché di una scarsa penetrazione nelle azioni, più che nelle menti dei lenolesi. Ancora non abbiamo quadrato il cerchio. Ci sono cose che sfuggono, questioni fumose, che secondo me dipendono sia dall'interno che dall'esterno della cultura strettamente paesana.
Per avere una risposta, tuttavia, è necessario capire la domanda. Lo insegnano il primo giorno nelle aule di ingegneria. Forse è l'unica cosa che ho appreso veramente... e allora cosa vuol dire "cambiare Lenola"?
Vuol dire, a mio avviso, mutare una mentalità di agire, di sentire la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie azioni come ripercussione non sulla propria sfera personale, ma sulla comunità.
Da questa base di partenza siamo partiti, come Hermano querido, anche inconsciamente, nel nostro lavoro, quasi come fosse la prosecuzione dell'attività di Roberto e Mauro.
Ci sono componenti interni alla cultura lenolese che ancora non riesco a capire completamente. Una è la sua "inerzia", come se fosse un problema di fisica. F=ma, maggiore è la massa e maggiore forza occorre per accelerare il corpo. Be', la società lenolese richiede una forza considerevole per essere "messa in movimento", quindi passare da una condizione ad un altra.
Di certo, però, la realtà della Rava è anche globale, vittima quindi dell' involuzione della democrazia degli ultimi 20 anni. Quello che accade in piccolo a Lenola sta avvenendo da 20 anni nel mondo. A riguardo consiglio un libro, del 2001, scritto da Colin Crouch, perchè spiega questi fenomeni in maniera egregia. "Postdemocrazia" s' intitola.
Non potendo trascrivere un intero libro cercherò di ridurlo in alcune brevi affermazioni:
La democrazia, quella partecipata, intesa nel modo classico, è in declino. Questo perchè i partiti politici non vanno più dalla base al vertice, ma sono creati a tavolino da una casta che si autoproduce. Il perchè di questo fenomeno è al contempo provocato da una disinnamoramento degli elettori rispetto alla politica e da una pressione mediatica che distrae l'elettorato e gli presenta direttamente il vertice del partito, come un prodotto.
L'involuzione liberista, poi, introduce un sistema di lobby economiche che si innesta a fianco dei partiti, controllando, attraverso il finanziamento delle loro campagne elettorali, le decisioni dall'alto. Questo porta i cittadini ad essere tagliati fuori da qualsiasi decisione e i politici a essere manovrati al volere delle stesse lobby.
L'associazionismo, allora, diventa l'unica mossa vera per invertire la tendenza e creare da soli quel Welfare che lo stato, in grande e in piccolo ci nega. Il progetto del Chiapas, ne è un esempio: facciamo da soli l'educazione che lo stato non è in grado (e non vuole) darci. In questa educazione è compresa l'esempio di quella democrazia allargata che in Chiapas è la chiave di ogni azione politica al punto di smettere di essere veramente politica e diventa dello stesso popolo.
Capire questo, esplicitarlo, forse è il migliore modo per "cambiare, anche per un poco, Lenola".
Scusandomi per il post logorroico, lascio un saluto a tutti i lettori di questo blog.
Carmelo