SIGNORA....E' ARRIVATO LO SCOPPOLINO!
In copertina disegno di Makkox - www.canemucca.blogspot.com
La rivoluzione della multimedialità e l’invasione del cyberspazio si oppone alla Lenola sorniona del giorno e chiassosa dei bar nella notte.
Le riflessioni e i siti nascono da ere di concetti mai così chiaramente esternati.
Ora, all’annozero, qualcosa cambia in bene e qualcosa in male.
Magari avesse baciato, un’estate in trasferta, anche quel giorno del primo di Maggio in cui noi dell’Hermano sotto la pioggia battente vedevamo il palco appena montato venire ricoperto dai teli, come fossero veli pietosi a ricoprire un colpo basso del fato.
Ma l’associazionismo è anche questo, è sfidare anche la natura stessa per riuscire in un intento.
Così, in uno scatto di orgoglio, da un concerto riadattato sotto gli archi del mercato, la musica emerse dal tempo infausto, come per scacciare i nuvoloni nei nostri occhi, e scese sui partecipanti per fonderli al suo ritmo.
Quando si vive quell’armonia, il calore della piazza, allora ci si rende conto del perché si lavora giorni interi, si bisticcia con pratiche, richieste e uffici tecnici, si pelano 15 chili di patate, si riparano spillatori a tempo di record, si perde il sonno e si lotta contro le previsioni del tempo.
Buona lettura a tutti.
Sassi
Certe volte lo sguardo non riesce proprio ad andare oltre lo stadio.
Continui a startene in balcone, al buio, mentre tutti i pensieri vanno a sbattere contro le gradinate e tornano indietro. Rimbalzano con forza sulle spesse ringhiere gialle e in un attimo ti si conficcano di nuovo dentro, come sassi spezzati.
Con le cuffie nelle orecchie cerchi di darti coraggio, con la musica in sottofondo è più facile fare tutto. E’ più facile camminare per strada quando sei sola, è più facile sognare, è più facile immaginarti come vorresti essere, è più facile attutire per un attimo il rumore stridente che ti porti dentro.
Nessun trauma da superare, nessun problema insormontabile da risolvere, nessuna malattia da guarire.
Quella che stride dentro è la normalità. E fa un casino allucinante.
E’ la disarmante normalità di una ventenne qualunque, una tra miliardi, una senza nessun segno particolare.
Fatta all’ottanta per cento di preoccupazione per una laurea che sembra allontanarsi invece che avvicinarsi, di paura di non essere più capace di innamorarsi fino all’osso di qualcuno, di nausea per quel carattere chiuso, quella timidezza che ti inibisce, quell’ ansia di non essere all’altezza della situazione che ti accompagna per ore, ti fa venire l’emicrania e sta lì a guardarti vomitare birra e insicurezza alle due di notte in un sottopassaggio di piazza maggiore.
La stessa ansia che poi ti si siede accanto, sull’ultimo gradino, e ti osserva tremare con ghigno soddisfatto, come chi sa di aver vinto di nuovo.
E poi c’è quel venti per cento.
Fatto tutto di orgoglio, di desiderio, di ostinazione, di musica. Di voglia di non lasciarsi trascinare dalla tua normalità, di puntare le unghie, di incidere, di lasciare il segno su quello specchio impietoso che è la realtà.
E’ con questo miserabile venti per cento che cerchi di farti coraggio, è lui che provi a buttare oltre lo stadio insieme allo sguardo.
Solo che certe sere proprio non ci riesci.
Eleonora
Fata dei Briganti
Regina di Bologna
Duchessa del diggingthroughthetrash.splinder.com/